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La
prima apparizione della Madonna nella dolina di
Porzùs - 8 settembre 1855
Teresa Dush nasce 1'11 settembre 1845, a Porzus (sopra Attimis),e lo
stesso giorno riceve il battesimo. I genitori, Giuseppe e Caterina Grimaz
sposati già da 18 anni, accolgono come un dono di Dio quella
creatura che per tanto tempo hanno atteso. La piccola Teresa conosce presto la durezza della vita povera, in una
terra erta e sassosa dove il raccolto è scarso e il resto è prato
e pascolo. È una bambina buona e docile,
condivide volentieri la fatica e il lavoro dei
genitori, ma è gracile e cagionevole di salUte. Frequenta la chiesa
parrocchiale,ed è molto attenta alle lezioni di catechismo del parroco.
:l'8 settembre 1855, festa della natività
della Beata Vergine Maria,avviene il fatto straordinario, che segnerà
profondamente tutto il paese di Porzus. La
bambina non ha ancora compiuto 10 anni.
Caterina Grimaz, non si è accorta delle due feste di precetto che
si succedono il sabato 8 settembre e la domenica
seguente; non ha perciò provveduto erba
sufficiente per sfamare le bestie. Chiama Teresa e le ordina di scendere
nella dolina a tagliarne un po'. La bambina,
osserva timidamente che non si deve lavorare di
festa: così ha detto il sacerdote a catechismo.
La
statua lignea eseguita da maestri scultori di Ortisei in Val gardena
"Mangiamo noi, devono mangiare anche le bestie" è la risposta perentoria
della madre. Teresa s'incammina. E' combattuta dentro di sé:
obbedire al cappellano??... o obbedire alla mamma? Chiede aiuto alla Vergine
che ama tanto. Arrivata al prato si accinge al lavoro, ma qualcuno
le toglie il falcetto di mano. Alza gli occhi e vede una bella Signora
col suo falcetto in mano che le sorride e dolcemente le dice: "Non si deve
lavorare di festa!". Teresa confida il suo piccolo dramma. La signora si china, taglia
una manata di erba e la porge alla bambina dicendo: "Prendi, questa
basterà". Poi aggiunge: "Di' a tutti di santificare il nome del Signore
e di non bestemmiare, perché così facendo offendono mio Figlio e
addolorano il mio Cuore materno. Inoltre desidero che si osservino i digiuni
e le vigilie". Al ritorno, Teresa racconta il fatto straordinario alla madre che la
guarda incredula, benché noti sul volto di lei una espressione di
intensa gioia; ma quando constata che quella manata di erba è sufficiente per
quel giorno, per il giorno successivo, e anche per il lunedì mattino, rimane
profondamente colpita. La notizia del fatto si diffonde. Non tutti credono. "Di' alla Madonna.
a che ti dia. un segno", suggeriscono alla bambina, e c'è chi ha un
sorrIso mottegglatore.
L'apparizione nella chiesa del paese:
È un' altra domenica, forse la successiva. Teresa è in chiesa, e la
Signora ritorna. E' accanto all'altare con un vestito ricoperto di rose, e la
chiama. Teresa è presa da timore. Si rivolge alle compagne, e queste la
sospingono e l'accompagnano, ma non vedono nulla. Le sussurrano:"Chiedi il segno". Teresa parla a lungo con la Madonna, poi esce di
chiesa come trasognata e s'incammina verso casa. Dirà, più tardi, che
la Madonna l'accompagnava. La piccola
Teresa ha ricevuto in questa apparizione 'il segno'. E' una
crocetta
lunga tre centimetri che brilla come oro. La Madonna gliel'ha impressa
sul
dorso della mano sinistra. Tutti la possono vedere e, per quanto si cerchi di cancellarla,
sfregandola e lavandola nell' acqua, rimane intatta, anzi diventa ancora più
lucente. Monsignor Nicolò Tiossi, decano del Capitolo di Cividale, arriva
lassù. Con lui la bambina si confida e il sacerdote le crede.
l'altare della chiesa
di Porzus
La Madonna le appare ancora una volta, in quel periodo, secondo
l'unanime e viva tradizione della gente. In tale apparizione la Madonna
le consegna un segreto, al quale rimarrà sempre fedele: nessuno riuscirà
mai a strapparle di bocca un indizio o una parola. A chi indaga
e fa domande, risponde che alla Madonna piace che si preghi il
santo
Rosario. Intanto un' epidemia di colera imperversa implacabile a Porzus. A
distanza di poco tempo l'uno dall'altra,
muoiono anche i genitori
di
Teresa. La bambina è sofferente, sembra ammalata, e mons. Nicolò Tiossi
la conduce a Udine da
padre Luigi Scrosoppi, nella Casa delle Derelitte.
È il 21 giugno 1856.Tutti si prendono cura della piccola Teresa.
Teresa è buona. umile e obbediente. Le viene detto di non mostrare
il segno che porta a nessuno, e si adegua con semplicità a tale ordine.
Prega con fervore, si lascia docilmente guidare sul cammino del
la santità da padre Luigi, che è un maestro eccezionale. Non è difficile
intuire il suo desiderio di donarsi totalmente al Signore.
Nel 1860, dopo quattro anni, la sua formazione nella casa è terminata.Ha quindici anni e viene collocata presso una famiglia buona
e religiosa, dove inizierà a guadagnarsi il
pane. Padre Luigi la segue da lontano. Teresa è
consapevole della sua povertà,della sua ignoranza e della sua
malferma salute, vorrebbe donarsi completamente
al Signore, ma potrà padre Luigi che pure è tanto buono, accettare
una che non sa leggere l'Ufficio della Madonna in latino, sa appena sillabare
l'italiano?
Nella preghiera apre il suo cuore alla Madre di Dio, e ancora una
volta la Vergine viene a consolarla e rassicurarla. "Va' pure in
convento e quando dovrai leggere in latino lo saprai fare come le altre suore".Teresa ritorna a Udine all'inizio del 1864, per rimanervi
definitivamente. E' ammessa nel postulandato delle Suore della Provvidenza, ma
la sua salute è precaria. Padre Luigi la invia in campagna ad Orzano,perché riprenda forza, ma non giova molto. Sarebbe ragionevole non
ammetterla in noviziato, ma la Madonna l'ha inviata lì, perché lui,
padre Luigi, gliela custodisca, e l'accompagni nel cammino della santità.Il 19 marzo 1867, Teresa inizia il noviziato. Lo trascorre, per qualche
tempo, nella comunità di Cormons, accanto al Santuario di Rosa
Mistica. Ritornata a Udine, il 14 settembre 1868, veste l'abito
religioso
ricevendo il nome di suor Maria Osanna.
La sua malattia (tubercolosi polmonare) si va lentamente, ma
inesorabilmente aggravando. Viene trasportata in infermeria, dove riceve
le cure più assidue ed amorose da parte delle suore e di padre Luigi.
Questi le prende la mano diafana, segnata dalla Madonna, per tastarne
il polso, e anche perché chi l'accompagna possa vedere quel segno
misterioso. La croce, durante la malattia, non è più lucente come oro,ma è rossa. Dopo la morte diventerà bianca, e tutta la grande comunità
del Collegio passerà a baciarla. Il 16 agosto 1870, suor Maria Osanna termina il suo Calvario
quaggiù. Non ha ancora compiuto 25 anni. A Porzus, intanto, la gente, dopo l'apparizione della Madonna, comincia
ad osservare un fenomeno insolito sul luogo dell' apparizione: il
prato è sempre fiorito e la neve lì si scioglie prima che all'intorno,
mentre dovrebbe avvenire il contrario, essendo la dolina un abbassamento
di terreno simile ad una conca! Lì gli abitanti di Porzus vanno a
pregare il Santo Rosario tutte le domeniche, e tutto il mese di maggio.
Nel 1885 decidono di costruire una piccola cappella, una Iancona
come la chiamano ancor oggi. Nel 1886 all'interno pongono, un dipinto
che rappresenta la scena dell' apparizione. Il messaggio è scritto in
alto, in forma lapidaria: "Santificate le feste. Non bestemmiate e osservate
i digiuni e le vigilie".
La Cappella dell'apparizione ristrutturata completamente nel 1995 per
volontà del parroco Mons. Vito Perini.
Nel 1913 la cappella viene ingrandita e arricchita di due statue.Una di esse rappresenta santa Teresa d'Avila. Alla base c'è
un'iscrizione non del tutto leggibile: "Santa Teresa ora pro nobis. In hoc loco
videbat Mater Christi. Inventa stetit et parlat Um est ex Mater Dei et
raccomandazionem eiss". Un latino popolare in cui sembra che la statua di
Teresa d'Avila rappresenti Teresa Dush, alla quale rivolgono la loro
preghiera d'intercessione. La piccola Teresa (suor Maria Osanna) è considerata una creatura
di eccezionale santità, sia da san Luigi che dalle suore contemporanee.
Ad una novizia che chiede a padre Luigi di poter assumere il nome di
suor Maria Osanna, quando questa non ci sarà più, padre Luigi risponde:"Sì. Se sarai buona come lei".E' presentata in noviziato come un modello, un "angelo di
novizià di cui si devono imitare le virtù, più che desiderarne i doni
eccezionali. Alcune suore ancora viventi, ricordano le istruzioni della loro maestra
sull'umiltà, l'obbedienza, il silenzio, la mortificazione, la
disponibilità al sacrificio, la bontà d'animo" di suor Maria Osanna.Il suo ricordo è sempre strettamente legato alla crescente devozione
alla santa Vergine apparsa a Porzus, venerata sotto il nome di Madonna
"de sesule".
Suor Anna Lucia Stefanutti
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